La cultura scorre ma, come un tempo fermo e come inchiostro simpatico, resta nascosto alla luce e non c’è denaro che possa comprarla e fiamma che la faccia riapparire. Semmai un giorno, se ne avremo il tempo proveremo a vuotarla in un cassetto. Darle un’occhiata e dimenticarci dove.
Poteri e piaceri
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Bellissima la foto.
Molto interessante il pensiero che, fra l’altro, condivido.
Questo tuo è un pensiero filosofico….molto interessante
Gli uomini indirizzati dalla propria cultura dalla propria emotività possono riacciuffare il tempo passato e far riemergere alla luce la cultura…Proust diceva che la realtà è ciò che noi leggiamo in essa, oltre che nei libri, e dura in eterno e non può essere soffocata o sotterrata e che la vera grandezza dell’arte e della cultura consistono nel rintracciare e comprendere le verità da cui viviamo lontani e da cui ci distacchiamo
splendida la foto come sempre
Ah, che foto, questa!
Fantastica..in tutti i sensi..
Vorrei solo poter leggere i titoli del libro rosso al centro, e del suo vicino: non mi riesce. Ma in fondo è una curiosità senza importanza.
Sono libri, e tanto basta.
Invece, la “cipolla” d’argento col coperchio sollevato segna e permette di leggere un’ora che mi ricorda qualcosa di indimenticabile. Purtroppo.
Strano, o non poi tanto.
Bravo, anche per la didascalia.
segui questo link, il precedente ti porta solo alla mia libreria. baci
a Amina:
il libro rosso è di Alessandro Tassoni, La secchia rapita e altre poesie. Editrice Sonzogno Milano n. 80. rif. stampa 1915.
il libro a fianco è: di Victor Hugo, Il Novantatrè. Editrice Sonzogno Milano, senza numero. rif. stampa 13-15. 4-21-5.
Approssimativamente perché non si trova nessuna data di stampa, ma individuo il tipo di composizione a mano con caratteri mobili, si può datare al secolo XIX.
ciao e grazie, solo per informazione: è solo un piccolo insieme di libri antichi (o vecchi, meglio!) che ho trovato qui e là.
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a Fra, ti ringrazio per ritenere il mio pensiero interessante, ma ti assicuro che m’accontento di meno.
Kiss 😉
il libro rosso nel centro è il poema “La secchia rapita ” di Alessandro Tassoni (1622)
caspita hai fatto prima tu! Che rabbia! 🙂
bene se ti accontenti di meno non mi dilungherò in dissertazioni filosofiche la prossima volta.
a Fra
te l’ho già detto che sei permalosa?
n’est pas important, vive la femme! toujours.
e pensi che io non abbia il diritto di impermalosirmi… ? Non era mia intenzione giuro! ma evidentemente ti do questa impressione ! 🙂
Excuse-moi, mon cher ami!